Oggi a Milano si va piano. Con la Pen-S.
Lorenzo Vitali (vittali)
Penelope + Kodak TRI-X 400 | |||
---|---|---|---|
Gennaio, domenica mattina, mi sveglio tardi, riemergo faticosamente dalle profondità del sonno e pian piano realizzo che oggi sono a Milano da solo. Anna è a Genova da sua sorella.
Intuisco da sotto le coperte la giornata grigiastra, anche se non del tutto priva di luce. Fin da quand'ero ragazzo ho sempre accolto la luce del mattino come una sorta di liberazione. A proposito di liberazione qualcosa mi ricorda la mia greve umanità: fissando il piccolo specchio d'acqua in fondo alla tazza chissà perchè mi tornano in mente lo specchio d'acqua dell'ultima foto di Baires ed il progetto Penelope. In effetti la giornata non promette granchè. Perchè non farle oggi? Qualche giorno fa mi ero procurato una TRI-X 400 che è lì nella scatola in compagnia della vecchia Pen-S speranzosa.
E' un attimo e, caricata la simpatica trappolina, avendo cura di controllare bene il "tiro" della pellicola con la manovellina per evitare improvvidi sganciamenti, sono giù per le scale di casa. Fuori il corso XXII marzo è ancora quasi deserto.
Non mi sono neanche fatto il caffè: in realtà avevo già in mente le ottime miscele della Torrefazione. M'infilo nel Caffè quasi contemporaneamente ad una giovane signora, anche lei sola: un breve incrocio di sguardi, sorseggio il mio caffè, pago e sono fuori. Salto al volo sul 23 direzione piazza Fontana: brutti ricordi. Il tram percorre veloce corso di Porta Vittoria e mi deposita a due passi dal Duomo.
L'orario ed i tavoli deserti dei bar suscitano in me un'ineludibile desiderio di Margarita, che mi affretto ad ordinare. Seduto, mi gusto l'aperitivo e medito sul "preconto". Il "preconto" è l'ultima geniale invenzione dei gestori dei bar del centro: viene portato con l'ordinazione e ti informa, nel caso volessi audacemente ordinare qualcos'altro che 9 € li hai già spesi. Pare che dicano: fatti i tuoi conti, basta che poi non mi protesti per il conto troppo salato. Un passero confidente (sì, in centro a Milano i tremebondi passeri fuggenti non ci sono più, quelli di adesso ti fregano le patatine, sfrontatamente), mi invita a testare la bontà dell'AF-C, ignorando le potenzialità della Pen che dell'Af si fa un baffo (e si vede). Ma va capita, è una passerotta giovane: conosce solo il digitale e mangia le patatine fritte.
Il Margarita ha fatto il suo dovere e l'appetito si fa sentire, ma, così da solo, non mi va di andare al Charleston. Quel che ci vuole è un buon panino della Befi con un bicchiere di quel rosso di uvaggi misti, che servono loro. Il caso vuole che una mia vecchia conoscenza sia nei paraggi e così condividiamo panini e bevuta. Finendo il secondo bicchiere di rosso, mi chiedo se le foto che ho scattato pigramente in base a calcoli spannometrici di improbabili coppie tempo/diaframma risentiranno in modo irrecuperabile della messa a fuoco occhiometrica. Vedremo fra qualche giorno le foto sviluppate: non c'è fretta.
Oggi si va piano.
Riprendo il tram verso casa: ho bevuto un po', il freddo ed i vestiti invernali non favoriscono la traspirazione.
Appena rientrato, ancora con la Pen in mano, cerco un fisiologico sollievo.- vittali